Vulvodinia: Un Disturbo che Colpisce Milioni di Donne
Diagnosi e Cura della Vulvodina a Centocelle Roma
Cos’è la Vulvodinia?
La vulvodinia è una condizione patologica che interessa in particolare la vulva e i tessuti che circondano l’accesso alla vagina.
Oltre a provocare dolore e altri disturbi fisici, compromette sensibilmente la qualità della vita delle donne, con un impatto particolarmente rilevante sulla sfera di coppia e sessuale.
Con il tempo può anche causare disagio, ansia e frustrazione, andando ad influenzare negativamente l’autostima e portando ad una riduzione del desiderio sessuale e ad un distanziamento emotivo dal partner.
Se dunque fa parte di quelle che chiamano “le malattie invisibili” come la fibromialgia o l’endometriosi, la vulvodinia è invece una sindrome piuttosto invalidante e complessa da diagnosticare e, soltanto in Italia, colpisce circa 4 milioni di donne che se la vedono riconoscere dal ginecologo magari dopo anni e anni di calvario.
Può interessare un po’ tutte le età, dall’adolescenza alla menopausa, e coinvolgere in modo trasversale nel processo irritativo il sistema vascolare, nervoso, muscolare, immunitario (con eccessiva stimolazione di cellule chiamate mastociti); si tratta di un dolore cronico nella zona della vulva, che si presenta anche sotto forma di punture, fitte o scosse, coi sintomi di irritazione e bruciore, gonfiore, prurito o comunque fastidio della mucosa, spontaneo o indotto dal contatto con elementi esterni, e che in alcuni casi si prova semplicemente nello sfregamento con gli indumenti intimi o può rendere difficile stare nella posizione seduta. Non provoca lesioni visibili.
Abitudini come l’andare spesso in bicicletta, fare equitazione, o l’indossare indumenti stretti e di tessuti artificiali possono contribuire ad aumentarne i sintomi.
La vulvodinia può essere causata, o essere associata a uno o più fattori quali:
- Disturbi vescicali e uretrali.
- Infezioni vaginali e vescicali batteriche o micotiche, spesso da candida.
- Microtraumi e lesioni traumatiche del nervo pudendo, dovute a parto, rapporti sessuali o altri eventi anche connessi a trauma psichico.
- Alterazioni genetiche.
- Ipercontrattilità vulvo-perineale.
- Visite o interventi ginecologici.
- Vaginismo.
- Cistite interstiziale.
- Dolori mestruali.
- Sindrome del colon irritabile.
I vari tipi di Vulvodinia
La vulvodinia viene generalmente classificata in base alla caratterizzazione dei sintomi e alla localizzazione del disturbo. Per quanto riguarda la sintomatologia, si distingue tra:
- Vulvodinia provocata, quando i sintomi avvertiti sono dovuti a penetrazione vaginale, sfregamento oppure anche al solo contatto.
- Vulvodinia spontanea, quando la donna avverte costantemente dolore o fastidio, anche in assenza di stimolazione.
In base alla localizzazione del dolore, si distingue tra:
- Vulvodinia generalizzata, quando il disturbo interessa l’area vulvare, il perineo e la zona perianali.
- Vulvodinia localizzata, quando il dolore è percettibile solo in precise zone.
Possono esserci forme miste di vulvodinia, in cui si accompagnano più sintomi. La forma più frequente di questa patologia dolorosa è la vulvodinia disestetica o essenziale: si può manifestare anche dopo la menopausa ed è caratterizzata da un dolore vulvare che si estende al retto e alla zona uretrale.
Vulvodinia i sintomi
I sintomi principali della vulvodinia sono tre:
- Ipersensibilizzazione del tessuto vestibolare, correla al dolore spontaneo e/o fastidio al contatto del vestibolo vaginale.
-
Manifestazione eritematosa a livello vulvare e/o vestibolare. Il rossore può essere di grado variabile, ma è sempre localizzato in punti vestibolari molto specifici. L’eritema solitamente è più intenso a livello dei tessuti nella regione della vulva dalla base del clitoride al bordo mediale delle labbra, fino all’ingresso della vagina.
- Dolore durante rapporti sessuali.
A questa sintomatologia, tuttavia, possono essere associati altri disturbi:
- Bruciore.
- Sensazione di abrasione/irritazione.
- Sensazione di “punture di spillo”.
- Secchezza.
- Gonfiore della vulva.
- Sintomi vescicali, come disuria, cistite post-coitale e cistite interstiziale.
- Endometriosi.
- Sindrome del colon irritabile.
- Fibromialgia.
- Cefalea.
Se la vulvodinia non viene diagnosticata in tempo e trattata adeguatamente, il dolore vulvare può diventare persistente e cronicizzarsi. In tal caso, la problematica si presenta indipendentemente dal rapporto sessuale o da altri fattori scatenanti, e può invalidare la vita quotidiana.
Le manifestazioni dolorose possono così essere esacerbate da tutte quelle situazioni che esercitano una pressione sull’area vulvare, come accade anche semplicemente quando si va in bicicletta.
I sintomi della vulvodinia, a lungo andare, possono causare una perdita dell’autostima e del desiderio sessuale, secchezza vaginale, difficoltà a raggiungere l’orgasmo, insoddisfazione sessuale, allontanamento emotivo dal partner.
Diagnosi della Vulvodinia
La diagnosi di vulvodinia è eseguita generalmente attraverso lo swab test. Questo esame consiste nell’applicare una leggera pressione con un cotton fioc su alcuni punti specifici della zona vestibolare: in caso di vulvodinia, la Paziente avverte una sensazione di dolore non commisurata alla pressione. Altri strumenti che possono aiutare nella diagnosi sono:
- L’elettromiografia, per testare la reattività del muscolo elevatore.
- Il vulvagesiometro, per quantificare il dolore vulvare.
In generale, anche se gli esami non evidenziano alcuna alterazione, è possibile diagnosticare una vulvodinia se il disturbo è presente, come accennato nel paragrafo precedente, da almeno 3 mesi.
Come si cura la Vulvodinia?
Spesso viene trattata con antidolorifici e creme ad azione anestetica locale a base di lidocaina.
Alcuni prescrivono anche antidepressivi e anticonvulsivanti per migliorare il dolore a livello delle terminazioni nervose.
Per attenuarla viene consigliato di evitare detergenti intimi troppo aggressivi, mentolati o profumati, indossare indumenti ampi, comodi e in tessuti naturali chiari.
Usare solo assorbenti di cotone esterni.
Evitare di portare indumenti intimi di notte.
Evitare le attività fisiche e sportive che causano un peggioramento del dolore e, nel caso di un disturbo legato all’iper-contrattilità vulvo-perineale, seguire un protocollo fisioterapico o di rieducazione del pavimento pelvico.
Percorsi di terapia psicologica possono aiutare a gestire ansia, frustrazione e stress, calo di desiderio e problemi della sfera sessuale collegati a questa patologia.
In presenza di sintomi persistenti che possono ricondurre alla vulvodinia, non esitare a rivolgerti al tuo medico o Ginecologo di fiducia che saprà indicarti gli accertamenti del caso per escludere altre patologie e ti proporrà le terapie più adatte ad attenuarne i sintomi e a ottenerne la guarigione.
Dieta e alimentazione
Alcune prescrizioni alimentari potrebbero rivelarsi utili in caso di vulvodinia. Per esempio, si dovrebbero evitare i cibi ricchi di acido ossalico come: bietole, spinaci, rabarbaro, cacao in polvere.
L’acido ossalico ad alte concentrazioni, combinandosi con alcuni minerali presenti nell’organismo, potrebbe formare calcoli a livello renale. Queste formazioni, venendo espulse con le urine, possono accentuare i sintomi della vulvodinia, come bruciore e dolore. Un ulteriore consiglio è quello di bere molta acqua, e prediligere i cibi poveri di zuccheri e privi di lieviti.
Consigli per la prevenzione
Alcune norme di comportamento e igiene possono aiutare a prevenire o a tenere sotto controllo il dolore, per esempio:
- Indossare biancheria intima bianca e pantaloni comodi e ampi.
- Usare detergenti intimi adeguati: delicati, non profumati (acquistati in farmacia).
- Usare il detergente intimo solo 1 o 2 volte al giorno, o lavarsi solo con acqua.
- Evitare che lo shampoo o il bagnoschiuma entrino in contatto per lungo tempo con l’area vulvare.
- Evitare l’utilizzo di creme depilatorie, deodoranti, spray e salviette umidificate.
- Non trattenere a lungo l’urina.
- Cercare di avere un intestino regolare.
- Usare assorbenti in puro cotone.
- Evitare salvaslip.
- Applicare un panno freddo o fare un bidet con acqua fredda dopo i rapporti sessuali.
- Evitare esercizi fisici che comportino un eccessivo sfregamento e frizione sulla regione vulvare (bicicletta, cyclette o spinning).
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