Calcificazione della Spalla: Un Disturbo Comune da Conoscere
Diagnosi e Trattamento della Calcificazione della Spalla a Centocelle Roma
Cos’è la calcificazione della spalla?
La tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori, comunemente conosciuta come calcificazione della spalla, è una patologia benigna che colpisce soprattutto le donne tra i 30 e i 50 anni d’età. Essa rappresenta una delle più frequenti cause di dolore non traumatico alla spalla.
È caratterizzata da depositi di calcio all’interno del tessuto tendineo; tali depositi possono essere singoli o multipli e possono presentarsi in una o, meno frequentemente, in entrambe le spalle.
I depositi di calcio possono provocare dolore intenso e importante limitazione funzionale nelle attività quotidiane e lavorative. Il processo parte da un danneggiamento dei tendini, probabilmente dovuto a microtraumi ripetuti.
La parte lesa del tendine reagisce producendo una sostanza simile al muco che favorisce la deposizione di minerali quali calcio e fosfato. Inizialmente si forma una sostanza gelatinosa che progressivamente si indurisce, formando i depositi calcifici.
Esistono generalmente tre fasi della calcificazione:
- Fase acuta infiammatoria: è quella iniziale e più dolorosa, con formazione della sostanza mucoide. I sintomi sono marcati.
- Fase di organizzazione: i depositi mucoidi si condensano e iniziano a calcificarsi. Il dolore tende a ridursi.
- Fase di rimodellamento: il deposito calcifico si frantuma e viene riassorbito, risolvendo progressivamente il disturbo.
Quali sono le cause della calcificazione della spalla?
Le cause che portano al deposito di calcio nei tendini della cuffia dei rotatori non sono ancora del tutto chiare; esistono diverse ipotesi scientifiche, ma nessuna è completamente soddisfacente. Chiara è invece la distinzione causale tra calcificazione degenerativa e tendinopatia calcifica:
La calcificazione degenerativa è dovuta al processo di invecchiamento dei tendini, che divengono calcifici; essa avviene a livello dell’inserzione del tendine sull’osso.
La tendinopatia calcifica propriamente detta è, invece, sostenuta da un processo di metaplasia cellulare, vale a dire di trasformazione di alcune cellule tendinee in cellule produttrici di calcio; essa si verifica dunque all’interno del tessuto tendineo.
Alcuni fattori sembrano esporre il Paziente a un rischio maggiore di sviluppare o di rendere sintomatica una calcificazione, come ad esempio movimenti ripetitivi di elevazione della spalla sopra i 90°, traumi, sollevamento di carichi pesanti etc. cosi come alcune patologie metaboliche (sindromi tiroidee, diabete, disordini del metabolismo del calcio…) sembrerebbero aumentarne in questi Pazienti la suscettibilità.
Sintomi della calcificazione della spalla
I sintomi più comuni della calcificazione della spalla sono legati al dolore, alla rigidità articolare e alla limitazione dei movimenti. Come detto in precedenza, il disturbo si associa frequentemente a:
Dolore acuto, particolarmente durante i movimenti dell’articolazione. Il dolore tende ad aumentare la notte e desta il paziente. Questo sintomo è particolarmente evidente nella fase acuta della calcificazione.
Mobilità limitata della spalla. I depositi calcifici e l’infiammazione associata possono ridurre significativamente la possibilità di sollevare, ruotare e stendere il braccio.
Indolenzimento e gonfiore a livello della spalla. Il gonfiore è spesso correlato a dolore intenso e può limitare ulteriormente l’uso dell’arto.
Improvvisa sensazione di “blocco”. Può essere il segno di un picco acuto della malattia, con occlusione meccanica dei tendini.
In presenza di questi sintomi, soprattutto se il dolore e la limitazione dell’arto compromettono le abituali attività quotidiane, è importante eseguire esami specifici per identificare con certezza la calcificazione e intervenire precocemente. Nei casi più gravi, il dolore a riposo può essere forte e i movimenti della spalla completamente impediti, richiedendo una valutazione medica immediata.
Diagnosi della calcificazione della spalla
Per diagnosticare la calcificazione della spalla sono necessari:
Esame clinico effettuato dallo specialista in sede di visita.
Le RX, utilizzate sia per la diagnosi che per il follow-up della calcificazione della spalla, forniscono informazioni utili circa la localizzazione e la morfologia dei depositi di calcio. Permettono quindi di rilevare la presenza di calcificazioni nei tessuti molli intorno all’omero e nello spazio subacromiale, confermando così l’eventuale sospetto clinico.
L’ecografia è uno strumento fondamentale nella diagnosi di calcificazione alla spalla. L’ecografia mostra la presenza dei depositi di calcio e definisce la loro posizione nel tendine, la loro dimensione e la loro consistenza.
La risonanza magnetica è un esame strumentale non essenziale ma aggiuntivo per questo tipo di patologia in quanto, nella maggior parte dei casi, non fornisce ulteriori informazioni rispetto a quelle già ottenute con altri esami. L’accuratezza della risonanza magnetica nell’identificazione dei depositi calcifici è intorno al 95%, ma è più utile nei casi di tendinite calcifica cronica, che può essere associata a lesioni della cuffia dei rotatori e spalla congelata. Inoltre può essere utile nella diagnosi differenziale quando il quadro è complesso o non chiaro.
Quali sono le cure per la calcificazione della spalla?
La durata del processo patologico è variabile e, quindi, non è prevedibile il tempo di auto-risoluzione della calcificazione; i depositi di calcio possono recidivare o presentarsi successivamente anche nella spalla inizialmente sana. Il trattamento ha l’obiettivo di risolvere il dolore acuto e di prevenire la rigidità articolare; esso può essere di tipo conservativo, chirurgico o mini-invasivo.
Terapia conservativa. La terapia conservativa ha lo scopo di limitare la sintomatologia dolorosa, in attesa che la calcificazione si riassorba da sé, in un tempo più o meno lungo. Essa può avvalersi di:
Utilizzo di farmaci antinfiammatori, associato ad ultrasuoni e fisioterapia: la durata del ciclo riabilitativo può protrarsi per diverse sedute,
Infiltrazione intra-articolare di cortisone: l’efficacia della terapia infiltrativa può essere limitata nel tempo;
Onde d’urto: richiedono generalmente più sedute (almeno 3), possono essere dolorose, possono causare ematomi;
Infiltrazioni di cortisone nella borsa sottoacromiale per alleviare i sintomi riportati dal Paziente.
Se i trattamenti conservativi non apportano un miglioramento della sintomatologia dopo un periodo di tempo di circa sei mesi e il Paziente continua a lamentare dolore e limitazione dei movimenti, si procede con l’intervento chirurgico.
La rimozione chirurgica dei depositi di calcio attraverso l’artroscopia risulta essere la tecnica chirurgica maggiormente utilizzata. Dopo l’intervento si potrà iniziare un percorso di riabilitazione il più precocemente possibile per recuperare il ROM (range di movimento), la forza e la corretta funzionalità dell’arto.
Conclusioni
Riepilogando, abbiamo discusso l’argomento: calcificazione della spalla. Come scritto i sintomi principali sono dolore acuto, limitazione dei movimenti e rigidità. Le cause più comuni sono legate all’età, a microtraumi e infiammazione dei tendini. La diagnosi si basa su esami di imaging come ecografie, che permettono di determinare con precisione la posizione e l’estensione delle calcificazioni. In termini di trattamento, quando possibile si inizia con misure conservative, ma nei casi più gravi si ricorre a procedure invasive come l’aspirazione o, nei casi resistenti, all’intervento chirurgico. Per una corretta diagnosi e un piano terapeutico personalizzato, è importante consultare uno specialista presso un centro medico.
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