LINFEDEMA: SINTOMI, CLASSIFICAZIONE E TRATTAMENTI

Linfedema: Sintomi, Classificazione e Trattamenti

Trattamento del Linfedema a Centocelle, Prenestino, Roma. Centro Medico FisioMedica IGEA.

Cos’è il Linfedema?

Il linfedema degli arti è una patologia vascolare cronica, evolutiva e talora invalidante del sistema linfatico, legata una alterazione congenita o acquisita dei linfatici e dei linfonodi, caratterizzata da un accumulo anomalo di linfa nel tessuto interstiziale.

Trattamento del Linfedema a Centocelle, Prenestino, Roma. Centro Medico FisioMedica IGEA.Il linfedema viene classificato in primario (congenito, precoce o tardivo) e secondario, nei casi in cui sia nota una causa estrinseca al sistema linfatico ( interventi chirurgici, neoplasie o trattamenti delle stesse, traumi, linfangiti, lipedemi, ecc).

Colpisce prevalentemente gli arti inferiori, ma può manifestarsi anche a carico degli arti superiori e dei genitali.

In Italia ne soffrono circa 350 mila persone ed ogni anno si registrano 40 mila nuovi casi eppure fino a non molti anni fa era considerata una patologia rara.

Quali sono i sintomi del Linfedema?

I sintomi sotto cui si presenta inizialmente il linfedema possono essere anche piccole variazioni e sensazioni che, in soggetti esposti a rischio, non andrebbero trascurati. Piccoli campanelli d’allarme sono ad esempio la sensazione che vestiti, orologi, anelli o anche le scarpe stringano più del solito. Oppure formicolii di mani o piedi, pelle arrossata, tesa o secca e naturalmente gonfiore anomalo. La progressione della malattia spesso è lenta e graduale, per questa ragione è molto frequente che all’inizio venga sottovalutata o trascurata. Sono purtroppo comuni anche i casi in cui questa patologia viene scambiata per un problema estetico.

In manifestazione più avanzata, il linfedema, provoca invece un rigonfiamento degli arti superiori o inferiori, più spesso di solo un braccio o una delle due gambe. Un gonfiore evidente ed anomalo che limita i movimenti ed in alcuni casi provoca dolore. Una caratteristica tipica del linfedema è la fossetta che può restare sulla pelle se si preme un dito sull’arto per circa 20 secondi. Riconoscere un linfedema all’origine e non trascurarlo è determinante nel successo che è possibile ottenere nella cura. Dati ufficiali attestano che se trattato precocemente, i sintomi del linfedema possono ridursi fino al 70%.

Il Linfedema primario

Il linfedema primario è su base congenita: dovuto ad una malformazione e quindi ad un malfunzionamento dei vasi linfatici o dei linfonodi.

Nel dettaglio, si classificano come:

  • primari congeniti sporadici o ereditari (già presenti dalla nascita).
  • primari precoci (che compaiono prima dei 35 anni).
  • primari tardivi (che compaiono dopo i 35 anni).

Il Linfedema secondario

Il linfedema secondario, invece, insorge più frequentemente a seguito di interventi chirurgici per patologia tumorale.

Nel caso delle donne, è molto frequente in seguito al trattamento di un tumore della mammella (dopo asportazione dei linfonodi ascellari e radioterapia) o dell’utero (asportazione dei linfonodi pelvici).

Negli uomini, invece, il linfedema secondario è molto frequente in seguito al trattamento del tumore prostatico (dopo asportazione dei linfonodi pelvici).

Oltre a questi, vi sono poi altre categorie di linfedema:

  • di origine parassitaria (con la tipica infestazione da filaria, presente soprattutto nelle zone tropicali e sub-tropicali).
  • post-attinici.
  • correlati ad insufficienza venosa cronica degli arti inferiori.
  • associati a problematiche sistemiche, ad esempio cardiache, epatiche, stato anasarcatico).
  • post traumatici.

Diagnosi

L’esame di prima scelta in grado di dare diagnosi e informazioni per l’iter terapeutico è la linfoscintigrafia, esame che permette di:

  • studiare adeguatamente il sistema linfatico.
  • valutare la compromissione del circolo linfatico profondo e/o superficiale.
  • porre una corretta indicazione chirurgica.

Non invasiva e facilmente ripetibile, la linfoscintigrafia è molto utile anche nell’ambito della prevenzione del linfedema secondario a patologia tumorale e nel l’ambito del follow-up dopo interventi di chirurgia e microchirurgia linfatica. Esistono poi esami di secondo livello che si eseguono a seconda di ogni singolo caso specifico.

Trattamento

I migliori risultati si ottengono bilanciando terapia fisica decongestionante e chirurgia, con un protocollo di cura sequenziale che ha come obiettivo il miglioramento e, ove possibile, la normalizzazione della qualità di vita del Paziente. L’associazione di metodiche fisiche manuali e/o meccaniche di drenaggio, decongestionanti e farmacologiche offre la possibilità di un miglioramento significativo. Inoltre, in sinergia con questi trattamenti, gli approcci chirurgici sono fondamentali per l’ottenimento di risultati stabili nel tempo.

Il linfodrenaggio manuale è una particolare tecnica di massaggio che ha l’obiettivo di mobilizzare la linfa e stimolare il sistema linfatico. La sua corretta esecuzione permette di:

  • Aumentare la formazione di linfa evacuando i liquidi interstiziali verso i capillari linfatici.
  • Incrementare la portata linfatica stimolando la vasomotricità dei pre-collettori e collettori linfatici.
  • Stimolare la funzionalità dei linfonodi relativamente a flusso e concentrazione linfatica.

I campi di utilizzo del linfodrenaggio manuale sono molto ampi, ma si possono identificare fondamentalmente 2 situazioni: sistema linfatico intatto e sistema linfatico alterato. Nel caso di sistema linfatico intatto il linfodrenaggio manuale è utile per ripristinare la normale funzionalità in tutte quelle situazioni, patologiche o meno, di stasi linfatica con accumulo di liquidi, dalle semplici gambe gonfie, ai postumi da liposuzione, fino a patologie sistemiche come la sclerodermia. Nel caso di sistema linfatico alterato il linfodrenaggio manuale permette di aumentare la quota di linfa evacuata, dirottandola eventualmente dal distretto patologico in un’area più funzionale con manovre anche diverse da quelle classiche. Si tratta quindi di una tecnica fondamentale nel trattamento del linfedema.

Negli stadi precoci della malattia, ottimi risultati si ottengono con la Microchirurgia Ricostruttiva Linfatico–Venosa Multipla (MLVA), che consente la ricostruzione del circolo linfatico, sia superficiale sia profondo. La tecnica MLVA permette di ridurre in modo significativo l’eccesso di volume di uno o più arti affetti da linfedema, con una ripresa rapida da parte del Paziente delle normali attività quotidiane. Questi risultati consentono di ridurre progressivamente, in alcuni casi anche sospendere, la necessità di terapie medico-fisico e riabilitative, compreso l’impiego del tutore elasto-compressivo.

Nei casi di linfedema in stadio avanzato vi è una tecnica chirurgica complementare e successiva alla microchirurgia: la Fibro-Lipo-Linfo-Aspirazione con Procedura Lymph Vessel Sparing (FLLA). Questo tipo di liposuzione consente l’asportazione mini-invasiva del tessuto fibrotico e adiposo depositato sull’arto affetto da linfedema a causa della stasi linfatica cronica.

Linfedema e stile di vita

Un ruolo decisivo nella terapia del linfedema è il controllo del peso e la cura dell’alimentazione. I chili di troppo costituiscono infatti un ostacolo in più per la corretta circolazione della linfa. In soggetti in sovrappeso infatti la circolazione linfatica è ulteriormente rallentata.

Oltre Trattamento del Linfedema a Centocelle, Prenestino, Roma. Centro Medico FisioMedica IGEA.al controllo del peso, per combattere il linfedema ci sono alcune abitudini che bisognerebbe inserire nel proprio stile di vita:

Attività fisica: per migliorare la mobilità degli arti e favorire la circolazione riducendo il senso di pesantezza.

Utilizzo di guaine, calze elastiche e tutori.

Tecniche di auto-bendaggio ed auto-massaggio.

Ci sono alcune attività fisiche particolarmente consigliate per il benessere fisico e psicologico dei Paziente affetti da linfedema, in particolare i medici consigliano: nuoto, acquagym, yoga e stretching, danza, ciclismo e tapis roulant.

Importante è il consumo di fibra, frutta e verdura che apportano vitamine e sali minerali indispensabili per il benessere dell’organismo. E’ consigliato l’utilizzo di alimenti che possono aiutare il drenaggio linfatico come avena, barbabietole, prezzemolo, aglio, bacche di ginepro, sedano, asparagi, lattuga, carciofi, crescione, mirtilli, finocchio, cetrioli, menta piperita.

Evitare alimenti che possono aumentare lo stato infiammatorio o ostacolare la linfa come alimenti ricchi di grassi, di sodio, di zuccheri e la carne rossa; è preferibile il consumo di proteine animali derivanti da carne bianca, pesce e uova.

Inoltre, idratarsi adeguatamente è particolarmente importante, in quanto i liquidi rendono meno denso il fluido linfatico. Per tale scopo sono particolarmente indicate tutte quelle bevande che non contengono zuccheri, mentre sarebbero da evitare grandi quantità di alcolici, che tendono a disidratare l’organismo.

Un’ultima indicazione utile è pensare ad assumere un adeguato livello di proteine, che dovrebbe essere 60 grammi al giorno per un uomo e 50 grammi al giorno per una donna; la carenza di proteine, infatti, può peggiorare il ristagno dei fluidi, peggiorando il linfedema.

Perciò, per quanto il linfedema sia una patologia irreversibile, seguendo alcune norme comportamentali come una corretta alimentazione ed un moderato esercizio fisico, è possibile ridurre la sua entità.

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